E alla fine la sentenza è arrivata: il sen. Tonino D’Ali’, già
sottosegretario al ministero dell’Interno è un soggetto pericoloso,
legato a rapporti con uomini di Cosa Nostra. La condanna durissima,
oltre ogni aspettativa: per tre anni sara’ obbligato a non muoversi da
Trapani.
Insomma al soggiorno obbligato. Una sentenza che i legali di
D’Ali’ hanno conosciuto prima dai giornali che dalla notifica del
Tribunale e per questo hanno protestato; poi, come normale prassi, hanno
comunicato che faranno appello.
Insomma la storia che riguarda l’ex
potente di Trapani non è ancora finita. Nel merito delle motivazioni
che hanno portato i giudici ad emettere la dura sentenza si sa ben poco.
Qualche organo di informazione ha scritto di 300 pagine di motivazioni
che ripercorrerebbero i tanti rapporti di D’Ali con personaggi legati a
Cosa Nostra ed in particolare a Messina Denaro.
E’ noto che i Messina
Denaro storicamente hanno avuto stretti rapporti con i banchieri D’Ali,
il,padre di Matteo era stato il campiere dei D’Ali sino a quando si è
dato alla latitanza per sfuggire alla cattura, fino alla morte per cause
naturali. Un fratello di Matteo venne assunto alla Banca Sicula di
proprietà della famiglia D’Ali. Sicuramente lo stretto rapporto,
ufficialmente di lavoro, con i Messina Denaro, così come altre
frequentazioni con personaggi non proprio “limpidi”, finite in rapporti
che gli investigatori hanno consegnato ai magistrati avranno avuto un
peso decisivo nella decisione del tribunale delle misure di prevenzione
di Trapani. Poi ci sarebbero le rivelazione di pentiti o collaboratori
di giustizia. Ne sapremo di più quando le motivazioni saranno
ufficialmente note.
L’indagine su D’Ali suscitò grande clamore durante la fase elettorale
del 2017 per scegliere il Sindaco di Trapani: D’Ali era uno dei
candidati. Altro candidato era il già Sindaco Girolamo Fazio.
I due, un
tempo amici (Fazio era stato portato dal senatore a sedersi allo scranno
più altro di palazzo D’Ali’) erano diventati avversari irriducibili. Per
uno strano gioco del destino, lo stesso Fazio, proprio negli stessi
giorni, venne colpito da una indagine della magistratura che,
addirittura, lo ha portato agli arresti domiciliari.
La vicenda giudiziaria di Fazio è ancora aperta. I fatti sono noti, come è noto che
a causa di queste vicende e per il deplorevole comportamento politico di
Fazio, Trapani non poté eleggere il suo sindaco. Al suo posto un
commissario.
Intanto per D’Ali si preparano momenti difficili che lo costringeranno a
rivedere qualunque dei suoi programmi. Dovrà “adattarsi” a rimanere a
Trapani, lui che ormai in città veniva per breve periodi, preferendo
Roma e quell’ambiente politico a lui vicino.
La notizia della condanna al soggiorno obbligato del senatore, ha
ovviamente aperto un dibattito in città tra estimatori e non del
senatore. I primi , come sempre succede, sono diminuiti, ma resistono.
Un confronto che si consuma su Facebook e a colpi di teweet.
Aldo Virzì